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sabato 26 gennaio 2013

Recensione libro: "Marta che aspetta l'alba" di Massimo Polidoro

"Marta che aspetta l'alba" di Massimo Polidoro edito Piemme

 La trama: Sola e con una figlia, Mariuccia accetta di fare domanda come infermiera all’ospedale psichiatrico di Trieste. E' magliaia, non sa nulla di malati psichiatrici, ma decide comunque di provarci. Quello è un lavoro sicuro, e Mariuccia ha una disperata necessità di mantenersi. Ma il mondo che gli si spalanca di fronte è completamente diverso da ciò che immaginava. Gli infermieri sono secondini, devono pensare a spazzare, alle pulizie, non certo prendersi cura dei pazienti. A loro si dedica la signora Clelia, la terribile caporeparto dagli occhi gelidi, mentre il medico è una presenza invisibile e distante. A Mariuccia si presenta una quotidianità fatta di trattamenti inumani, di legacci, camicie di forza, bagni ghiacciati, elettroshock, gabbie di contenzione, stanzini di punizione, e guai a chi fiata. Tutto le appare assurdo, anche se giorno dopo giorno vi si adatta come fosse normale: dopotutto è solo un’infermiera e deve obbedire agli ordini. C’è anche una ragazza tra quei muri. Una ragazzina senza nome e senza diritti, come tutti lì dentro. Mariuccia scoprirà solo dopo diverse settimane che si chiama Marta.


IL MIO GIUDIZIO:

Libro con una trama molto intensa  e un argomento al giorno d'oggi poco toccato, mi è piaciuto moltissimo perchè mi ha fatto vedere un lato diverso del mondo psichiatrico o meglio del mondo di una volta, per fortuna oggi non è più così.
In certi punti mi ha fatto venire i brividi nel leggere come queste presunte persone malate di mente che in realta molte non avevano problemi psichiatrici ma erano solamente sole e abbandonate a se stesse, venivano trattate, peggio delle bestie.
Mi è piaciuto anche scoprire come era il ruolo dell'infermiere di allora che era più uno spazzino o controllore rispetto ad oggi.

1971: Franco Basaglia diviene il direttore dell'ospedale psichiatrico di Trieste. Le porte dei reparti vengono spalancate, gli infermieri iniziano a parlare con gli “internati”, gli episodi quotidiani di violenza del personale sui pazienti diminuiscono, fino a scomparire. In pochi mesi di fervente lavoro, c'è chi ritrova una vita e una dignità da decenni perduta, c'è chi dona una senso e una vera professionalità al proprio lavoro, c'è anche chi, come Marta, incontra il cambiamento portato dall'approccio di Basaglia quando ormai è troppo tardi. I matti sono diventati esseri umani, ma prima di arrivare a questo quante botte, quanti elettroshock, quante lobotomizzazioni.
   

Marta che viene rinchiusa in manicomio dal cognato e dalla sorella solo perchè ha bevuto un po' di più, ed è sana di mente ma più urla il suo essere sana, in manicomio lo interpretano come una malattia, quindi viene messa in isolamento, le vengono fatti trattamenti come l'elettroshock, ingabbiata fino ad arrivare alla lobotomia e renderla non più umana.
Mariuccia vive il periodo della legge di Basaglia e grazie a questo grande uomo, scopre che queste persone sanno ragionare e hanno delle storie da raccontare e che quindi cambia anche il ruolo dell'infermiere che nn è solo quello di semplice spazzino ma colui che sta accanto alla persona e l'ascolta.
Spesso le persone ricoverate non erano nemmeno affette da vere patologie, ma avevano solo delle stranezze, o erano bambini abbandonati e cresciuti, poi, in manicomio.
Il libro termina con Mariuccia che va a prendere Marta. Dalla ragazza che era, è diventata una donna obesa, senza denti, rovinata da tutto ciò che ha subito. Marta che all’alba aspetta la sua amica, vestita di tutto punto per uscire in quel mondo che per troppo tempo le è stato negato. 


Libro consigliato tratto da una storia vera...

VOTO: 5/5





  

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